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Verdura Emanuele

Personaggi




























EMANUELE VERDURA



Nacque a Niscemi il 1 aprile 1921, morì a Foligno il 2 dicembre 1990. Poeta, saggista. Conseguì nel 1940 il diploma di abilitazione magistrale nell'Istituto Magistrale di Piazza Armerina l’anno successivo, da autodidatta, quello della licenza liceale presso il liceo classico di Gela, e si iscrisse all'Università di Catania dove prese la laurea in lettere moderne. Si dedicò, quindi, con passione, amore e impegno culturale all'insegnamento delle materie letterarie, prima nelle scuole medie e successivamente negli istituti superiori. collaborò con articoli di critica letteraria e recensioni a diverse riviste e giornali, conseguendo prestigiosi premi e riconoscimenti letterari di poesia e saggistica. Fu socio collaboratore delle seguenti associazioni culturali: Accademia Scienze Letterarie Arti di Milano; Accademia Tiberina di Roma; International Academy of science und arte università of studies di Genova; Accademia Fulginium di Foligno; Accademia Iblea di Ragusa; Accademia S. Cirillo di Tolfa ; Cenacolo “Spadaro” di Napoli; Società storica catanese di Catania. Nel 1973 pubblicò  la prima raccolta di poesie, Ombre del passato.
Come scrive Fulvio Castellucci:
“la poesia di Emanuele Verdura è pregnante di ricordi, di dissertazioni dentro l’ieri, a colloquio con la realtà emergente, con i ritagli di sogni rubati all'inesorabile trascorrere del tempo. Egli ruba immagini alla sua vicenda giovanile, alla fucina scintillante di suo padre, ai salinari siciliani, all'ansia trepida di sua madre”.
“Il sud è stanco di credere nei miracoli”
Grida il poeta ad un certo punto.
“ ai contadini affamati non giovano scorporazioni di sabbie e lunghe piste asfaltate di speranze”.
Una speranza che colloquia con la voglia di “gridare al mondo la verità “ e con la certezza che “ogni generazione sconta drammi di passione e di morte”.
La poesia di Emanuele Verdura testimonia l’ansia dubbiosa dei nostri giorni.
“ la vera felicità dell’essere uomo e poeta, scrive il Castellucci, risiede comunque al di là della stanchezza millenaria del contadino del sud ed egli lo ha inciso nel suo cuore di figlio di una terra che è stanca di versare lacrime sulle pietre annerite di lava. E così, con una grafia  linguistica pulita e graffiante, riesce a rendere meno neri i rami del carrubbo e a sorridere di fronte alla vita”.   
 
                           OPERE
1. Ombre del passato, poesie, Padova, Rebillato, 1973
2.  Le luci del ritorno, poesie, Roma, Lo Faro, 1983
3.  Poesia e antipoesia, saggio critico, Cosenza, Pellegrini, 1975
4.  Quasimodo oggi, La Meridiana, 1988
5.  I canti della sera
 
Bibliografia:Angelo Marsiano -Geografia Antropica pagg. 260 - 261 Caltanissetta Tip. Lussografica
Scheda: Fernando Preti – spazioniscemi  © Riproduzione riservata
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