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Tommasi Giuseppe

Personaggi

TOMMASI GIUSEPPE

Nacque a Niscemi il 14 febbraio 1850, morì il 3 settembre 1926. Poeta, educatore, conferenziere.
Le modeste condizioni economiche della sua famiglia non gli consentirono di frequentare un corso regolare di studi, ma usufruì della preparazione privata del dotto sacerdote Domenico ludica, conseguendo da esterno la licenza del grado superiore che lo abilitò all'insegnamento nelle scuole elementari. Con delibera consiliare del 26 ottobre 1871 venne nominato insegnante elementare del grado superiore nelle scuole di Niscemi ad iniziare dall'anno scolastico 1871/72.
In seguito alla pubblicazione della legge Nasi 19 febbraio 1903 e relativo testo unico 21 ottobre 1903 che istituirono la direzione didattica obbligatoria senza insegnamento nei comuni con popolazione non inferiore a diecimila abitanti che avevano in servizio almeno venti insegnanti con classe propria, il consiglio comunale, con delibera del 12 settembre 1903, lo nominò direttore didattico delle scuole di Niscemi e l’anno successivo venne promosso vice ispettore. Nel 1910 gli venne conferita la medaglia d’oro per avere compiuto quarantanni di lodevole servizio e nel 1917, su proposta del ministro della pubblica istruzione, per l’opera benemerita da lui prestata nella scuola, fu nominato Cavaliere della Corona d’Italia.
Il 4 febbraio 1923, in seguito alla ricostituzione della locale sezione del Partito nazionale fascista, venne cantato l’inno Camicia nera, scritto da lui e messo in musica dal maestro Silvestro Arca. Aveva composto, in occasione della prima guerra mondiale un inno patriottico che, musicato dal direttore Nicola Franco e dal maestro Alfonso Arca, venne cantato sempre dagli alunni delle nostre scuole per oltre quarant'anni di seguito.
Il 20 novembre 1920, con una solenne cerimonia promossa dalla classe magistrale, venne celebrato in suo onore il giubileo di cinquant'anni di insegnamento. La rivista I diritti della Scuola di Roma del 5 dicembre 1920, ci riferisce che:
«una commovente cerimonia ebbe luogo nell'aula magna delle scuole maschili, rigurgitante di autorità, insegnanti, scolaresche, signore e signorine. Parlarono, rilevando i rari meriti del festeggiato e la riconoscenza che la scuola gli deve, gli insegnanti Alfonso Arca, Salvatore Disca, Giuseppe Conti, cav. Salvatore Gennuso e l’ispettore Candurra. Per l’occasione gli fu offerta una pregevole medaglia d’oro accompagnata da un’artistica pergamena».
Giuseppe Conti ne La Rinascenza scolastica del 15 dicembre 1920, tracciando un breve profilo dell’educatore, così scrive di lui: continua
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