Masaracchio Vittorio Emanuele
Personaggi
VITTORIO EMANUELE MASARACCHIO
Nacque a Niscemi il 16 giugno 1860, morì il 4 febbraio 1924. Professore, conferenziere, critico letterario, notaio.
Conseguita la laurea in giurisprudenza e l’abilitazione all’esercizio notarile preferì dedicarsi allo studio delle lettere e della filosofia nelle quali discipline si sentiva particolarmente versato formandosi una buona cultura ed una discreta erudizione. Coetaneo del nostro grande letterato, filosofo, critico, poeta e conferenziere Vincenzo Crescimone, coltivò gli studi letterari e filosofici e pubblicò diversi saggi critici, senza però raggiungere l’altezza, la finezza artistica e la vastità culturale del Crescimone. Significativa appare a questo proposito la frase che egli riportò sotto il titolo del 1° volume dei suoi Studi letterari: Parva sed apta mihi...Ed invero i suoi saggi critici ci sembrano piccola cosa in confronto alle geniali, ampie ed artistiche disquisizioni di Vincenzo Crescimone.
Il suo interesse di studioso e di critico letterario spaziò, si può dire per tutti i secoli della nostra letteratura, ma il suo impegno particolare venne rivolto alla ricerca del ruolo che la donna aveva avuto nella letteratura del passato, che aveva in quella presente e che potrà avere in avvenire. Approfondì inoltre lo studio degli autori e della letteratura latina pubblicando un volume su Orazio per «istruire la gioventù al profondo studio ed alla retta interpretazione delle opere dei latini classici». Egli volle dare «un esempio di traduzione ad verbum delle bellissime Odi di Orazio e della sua Arte Poetica; dalle quali potrà desumersi come sia grave quell'errore che induce la gioventù a credere non potersi volgere in buon italiano la nuda lettura di un classico latino o greco».
Per completare l’interpretazione dell’autore corredò il suo lavoro di note critiche, di commento spiegativo, di un cenno storico del periodo in cui l’opera fu scritta e della vita dell’autore.
Le sue opere non ebbero la notorietà che si meritavano, perché vennero messe in ombra dalla geniale produzione di Vincenzo Crescimone.
Il 4 luglio 1907 lesse un ampio ed erudito discorso su Giuseppe Garibaldi, quale oratore ufficiale scelto dall'amministrazione comunale, in occasione della solenne commemorazione del centenario di Giuseppe Garibaldi, nel salone consiliare del palazzo municipale, alla presenza di numeroso uditorio, dei superstiti garibaldini tenente Federico Galasso, ing. Salvatore Cavaleri, Ettore De Maria, Giovanni Dominici e Giuseppe Antinoro Stracquadaini, che per l’occasione si erano fregiati di una sciarpa rossa. La giunta municipale, riunitasi d’urgenza, deliberò la pubblicazione della conferenza a spese del comune per essere largamente diffusa a tutta la popolazione. A lui venne attribuito uno dei filoni poetici più ricchi di divertente satira cittadina che circolò in mezzo al ceto medio istruito, scritta in varie specie di versi e diverse forme metriche. Di esso merita di essere citata la prestigiosa opera: La canagliade, poema in settenari sciolti scritto sotto lo pseudonimo di Ercolino de’ Scanderberg, pubblicato a Caltagirone dalla tipografia Giustiniani nel 1882 costituito da un prologo e tre canti. L’autore rivela un’ottima preparazione culturale e lo scrisse contro il quadrumvirato dei Peppi (Giuseppe Galasso, Giuseppe Pennino, Giuseppe Iacona Ragusa e Giuseppe Malerba) con vena facile, buon gusto e sottile ironia.
Esercitò la professione notarile nel 1917, molto tardi, quando aveva raggiunto l’età di 57 anni, con lo studio in Piazza Vittorio Emanuele, che tenne aperto soltanto sei anni fino a tutto il 1923.
Conseguita la laurea in giurisprudenza e l’abilitazione all’esercizio notarile preferì dedicarsi allo studio delle lettere e della filosofia nelle quali discipline si sentiva particolarmente versato formandosi una buona cultura ed una discreta erudizione. Coetaneo del nostro grande letterato, filosofo, critico, poeta e conferenziere Vincenzo Crescimone, coltivò gli studi letterari e filosofici e pubblicò diversi saggi critici, senza però raggiungere l’altezza, la finezza artistica e la vastità culturale del Crescimone. Significativa appare a questo proposito la frase che egli riportò sotto il titolo del 1° volume dei suoi Studi letterari: Parva sed apta mihi...Ed invero i suoi saggi critici ci sembrano piccola cosa in confronto alle geniali, ampie ed artistiche disquisizioni di Vincenzo Crescimone.
Il suo interesse di studioso e di critico letterario spaziò, si può dire per tutti i secoli della nostra letteratura, ma il suo impegno particolare venne rivolto alla ricerca del ruolo che la donna aveva avuto nella letteratura del passato, che aveva in quella presente e che potrà avere in avvenire. Approfondì inoltre lo studio degli autori e della letteratura latina pubblicando un volume su Orazio per «istruire la gioventù al profondo studio ed alla retta interpretazione delle opere dei latini classici». Egli volle dare «un esempio di traduzione ad verbum delle bellissime Odi di Orazio e della sua Arte Poetica; dalle quali potrà desumersi come sia grave quell'errore che induce la gioventù a credere non potersi volgere in buon italiano la nuda lettura di un classico latino o greco».
Per completare l’interpretazione dell’autore corredò il suo lavoro di note critiche, di commento spiegativo, di un cenno storico del periodo in cui l’opera fu scritta e della vita dell’autore.
Le sue opere non ebbero la notorietà che si meritavano, perché vennero messe in ombra dalla geniale produzione di Vincenzo Crescimone.
Il 4 luglio 1907 lesse un ampio ed erudito discorso su Giuseppe Garibaldi, quale oratore ufficiale scelto dall'amministrazione comunale, in occasione della solenne commemorazione del centenario di Giuseppe Garibaldi, nel salone consiliare del palazzo municipale, alla presenza di numeroso uditorio, dei superstiti garibaldini tenente Federico Galasso, ing. Salvatore Cavaleri, Ettore De Maria, Giovanni Dominici e Giuseppe Antinoro Stracquadaini, che per l’occasione si erano fregiati di una sciarpa rossa. La giunta municipale, riunitasi d’urgenza, deliberò la pubblicazione della conferenza a spese del comune per essere largamente diffusa a tutta la popolazione. A lui venne attribuito uno dei filoni poetici più ricchi di divertente satira cittadina che circolò in mezzo al ceto medio istruito, scritta in varie specie di versi e diverse forme metriche. Di esso merita di essere citata la prestigiosa opera: La canagliade, poema in settenari sciolti scritto sotto lo pseudonimo di Ercolino de’ Scanderberg, pubblicato a Caltagirone dalla tipografia Giustiniani nel 1882 costituito da un prologo e tre canti. L’autore rivela un’ottima preparazione culturale e lo scrisse contro il quadrumvirato dei Peppi (Giuseppe Galasso, Giuseppe Pennino, Giuseppe Iacona Ragusa e Giuseppe Malerba) con vena facile, buon gusto e sottile ironia.
Esercitò la professione notarile nel 1917, molto tardi, quando aveva raggiunto l’età di 57 anni, con lo studio in Piazza Vittorio Emanuele, che tenne aperto soltanto sei anni fino a tutto il 1923.
OPERE
1 - La condizione sociale della donna, Catania, Galati, 1884.
2 - Il determinismo e la pena, Catania, Galati, 1884.
3 - Orazio, con traduzione, commento grammaticale, critico ed estetico, Catania,Galati, 1885.
4 - Studi letterari, Voi. I, Voi. II, Catania, Galati, 1887.
5 - La volontà e il suo estrinsecamento, monografia di filosofia morale, Catania,Galati.
6 - Il volontario (dal vero), novelletta, Catania, Galati, 1890.
7 - Momento psicologico della libertà, Catania, Galati, 1895.
8 - Vero e suo criterio, Catania, Galati, 1898.
9 - Di Giuseppe Garibaldi nel giorno centenario della sua nascita - 4 luglio 1807 -
4 luglio 1907, Caltanissetta, Ospizio di Beneficenza, 1907.
Una seconda edizione della stessa conferenza venne stampata nel 1915 a Terranova dalla tipografia Scrodato.
Bibliografia::
Angelo Marsiano -Geografia Antropica pagg.240-241-242 - Caltanissetta Tip. Lussografica
Scheda: Fernando Preti – spazioniscemiweb © Riproduzione riservata
2 -
3 -
4 -
5 -
6 -
7 -
8 -
9 -
4 luglio 1907,
Una seconda edizione della stessa conferenza venne stampata nel 1915 a Terranova dalla tipografia Scrodato.
Bibliografia::
Angelo Marsiano -
Scheda: Fernando Preti – spazioniscemiweb © Riproduzione riservata