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Marsiano Angelo

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Angelo Marsiano





Angelo Marsiano (Niscemi 19 febbraio 1926 – 20 giugno 1993) presso una famiglia di artigiani, il padre Francesco, scalpellino, e la madre Santa Venezia, sarta. Dopo una breve esperienza di studi artistici compiuti presso la vicina Caltagirone, si iscrisse presso il locale Liceo-Ginnasio “Serafino Lo Piano” dove conseguì la maturità classica nel 1945. Giovanissimo conobbe e si innamorò di Giuseppina Pisa, che sposò all’età di trenta anni (1956). Dopo la maturità classica si iscrisse al Corso di Laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Catania, senza tuttavia conseguire la laurea. Ebbe una vita pubblica molto attiva. Da giovane militante del Partito Socialista Italiano, negli anni ’50 e ’60 fu eletto ripetutamente consigliere ed assessore del comune di Niscemi. Successivamente e per il resto della sua vita si dedicò alla promozione della cultura nel suo paese. Dai primi anni sessanta ricoprì il ruolo di Coordinatore amministrativo della Scuola Media Statale “G. Verga” di Niscemi. Nella prima metà degli anni Ottanta fondò e diresse il Centro di Promozione Culturale della sua città natale promuovendo molte manifestazioni culturali dedicate a Mario Gori e stimolando innumerevoli iniziative formative per la comunità niscemese. A partire dal 1990 fu presidente della locale sede dell’Archeo club d’Italia. Da sempre uomo di cultura umanistica e autodidatta, verso i 50 anni iniziò ad approfondire gli studi di storia locale dedicandosi ad una lunga e paziente raccolta di documenti e dando alle stampe una serie di volumi sulla storia generale di Niscemi a partire dalle sue origini geologiche. Il suo programma vasto ed ambizioso fu purtroppo precocemente interrotto dalla sua morte sopravvenuta all'età di 67 anni, il 20 giugno 1993. A lui fu intitolato il nuovo plesso della Scuola Media Statale “G. Verga” e il Museo della Civiltà Contadina, la cui realizzazione fu possibile anche grazie al suo impegno. Egli si rammaricava a volte era di avere cominciato tardi, verso i cinquanta anni, ad appassionarsi alla microstoria, come chiamano gli esperti la storia locale, e probabilmente aveva il timore di non riuscire a portare a termine il progetto. Ma allora perché non ridimensionarlo? L'importante era gettare le fondamenta su cui avrebbero continuato altri studiosi a costruire. E sicuramente di tempo non ne ha perso. Sono stati 18 anni di lavoro intenso, febbrile, ininterrotto....continua
 

 

 
 


























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